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John Milton - Sonnet III.John Milton - Sonnet III.
Language: ita
Work rating: Low


Qual in colle aspro, al imbrunir di sera L`avezza giovinetta pastorella Va bagnando l`herbetta strana e bella Che mal si spande a disusata spera Fuor di sua natia alma primavera, Cosi Amor meco insu la lingua snella Desta il fior novo di strania favella, Mentre io di te, vezzosamente altera, Canto, dal mio buon popol non inteso E`l bel Tamigi cangio col bel Arno Amor lo volse, ed io a l`altrui peso Seppi ch` Amor cosa mai volse indarno. Deh!  foss` il mio cuor lento e`l duro seno A chi pianta dal ciel si buon terreno. Canzone. Ridonsi donne e giovani amorosi M` occostandosi attorno, e perche scrivi, Perche tu scrivi in lingua ignota e strana Verseggiando d`amor, e conie t`osi? Dinne, se la tua speme sia mai vana E de pensieri lo miglior t` arrivi; Cosi mi van burlando, altri rivi Altri lidi t` aspettan, & altre onde Nelle cui verdi sponde Spuntati ad hor, ad hor a la tua chioma L`immortal guiderdon d `eterne frondi Perche alle spalle tue soverchia soma? Canzon dirotti, e tu per me rispondi Dice mia Donna, e`l suo dir, e il mio cuore Questa e lingua di cui si vanta Amore.
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